SLWJM (SLOW JAM)

Artisti   Soul  27 Maggio 2020   Nessun commento SLWJM (SLOW JAM)

Nome band: SLWJM

Componenti: Paolo Longhini (voce), Leonardo Barbierato (basso), Lorenzo Morra (tastiere), Davide Mancini (batteria)

Genere: NuSoul, Future Soul, R’n’B

Anno di formazione: 2018

Ep/Dischi pubblicati: EP “Undone I”

Spotifyhttps://bit.ly/slwjm_NBU

Colore che descrive la vostra musica: Fucsia

Sono altrove. Sono in un locale a luci soffuse di New York, di Chicago, di Detroit. Sono al Blue Note di Milano. Sto sorseggiando vino rosso sulla mia terrazza e muovo la testa delicatamente, a ritmo, mi rilasso. Sono una colonna sonora di un film.

Queste sono alcune delle suggestioni che l’ascolto degli SLWJM (SlowJam) mi evoca. Ho avuto un pregiudizio verso di loro, lo ammetto: li ho visti di sfuggita in foto, ho letto il loro complicatissimo acronimo e ho pensato “sarà il solito gruppo indie“. Mi sono spinta fortunatamente oltre, ed è scattato qualcosa. Aspettavo da tempo una band del genere. Gli Slow Jam sono competenti, stilosi, precisi, con una personalità ben definita e assolutamente internazionali. Quattro identità che si fondono nel Future Soul, ispirandosi ad artisti black del calibro di Robert Glasper ed esponenti delle più note melodie anni ’80, come Michael Jackson.

BIO

“Gli SLWJM (slowjam) sono un quartetto di base ad Asti composto da: Paolo Longhini, Lorenzo Morra, Davide Mancini e Leonardo Barbierato. Prima di presentarsi in maniera ufficiale al pubblico, producono il primo EP ‘Undone I’, che pubblicano ad aprile 2018. Con quest’ultimo, mettono insieme le loro influenze, che collidono nel Future Soul. Dopo quasi un anno di promozione, in occasione del Torino Jazz Festival, collaborano con il music teller Federico Sacchi per organizzare lo spettacolo sold out “Black History Revisited”. Nel 2019 collaborano per la produzione “Rec It be” con altri 70 artisti da tutta Italia. Lo stesso anno entrano nel roster di Bunya Records, etichetta discografica con la quale concludono una campagna su Eppela per la produzione del loro primo disco, Nothing But You”.

Finalmente una band che suona Future Soul (il Soul è da sempre il mio genere preferito). Da dove arriva questa scelta?

Il Future Soul è il genere che ci ha avvicinati ed uniti, è il punto di incontro dei nostri ascolti musicali, forse perchè li unisce un po’ tutti in qualche modo. Ci da la possibilità di scrivere canzoni molto diverse tra loro, ma che risultino sempre riconoscibili in un unico genere. Il progetto è nato proprio perchè volevamo produrre musica che avesse un’identità definita, ma che si rifacesse a tutti gli artisti che ci hanno fortemente ispirato.

Leggo nel Comunicato Stampa in merito all’uscita del vostro primo singolo: “‘Nothin’ But U’ è una dichiarazione d’amore. Di un ragazzo alla sua ex fidanzata. Lui chiede perdono per gli sbagli fatti, ha bisogno di tempo per rimediare perché il cambiamento personale è sempre complicato, soprattutto nelle relazioni umane. Le ricorda il tempo passato insieme e per recuperare gli sbagli commessi chiede una seconda possibilità, promettendole un vero cambiamento.” Di quali sbagli stiamo parlando? Sono sicura che i lettori nella stessa situazione sono curiosi di sapere 🙂

Per rispondere a questa domanda c’è da fare una piccola premessa. “Nothin’ But U” è stato il brano che abbiamo scritto e prodotto più velocemente, è stato molto istintivo. Paolo ha deciso di scrivere un testo che parlasse di qualcosa che non lo riguardava personalmente, trattando la cosa in termini piuttosto generici. Gli sbagli a cui si riferisce non sono ben definiti, possono essere un qualsiasi sbaglio che si può commettere in una relazione, da un banale tradimento a qualcosa di più introspettivo, come trascurare il benessere del partner per egoismo.

Anche il videoclip è stato auto prodotto? Mi raccontate meglio come è nata la sceneggiatura e qualcosa in più sulla ragazza protagonista del video? La trovo molto espressiva.

Giada Galluzzo, oltre che essere una ballerina eccellente è una persona splendida e da subito si è creato un bellissimo clima di amicizia e stima reciproca. Per noi è stato incredibile vedere come abbia interiorizzato la nostra canzone ed espresso quelle vibrazioni a suo modo, tra l’altro quasi sul momento, avendo dovuto adattare la sua coreografia ai vari ambienti, che lei non conosceva, in cui abbiamo fatto le riprese.

Per quanto riguarda la produzione del videoclip ci siamo affidati alla Krolikfilms, un gruppo di videomaker di Torino che conosciamo tramite Raffaele Diacono, nostro amico da tempo.

L’idea del video è nata prendendo spunto da un videoclip di KarriemRiggins, un batterista/producer incredibile. Le prime scene sono state girate a casa di Paolo e il resto casa di Lorenzo, quest’ultima è come se fosse il sesto personaggio del video, perchè è sempre stato il luogo di ritrovo degli SLWJM. Per esempio la stanza in cui appare per la prima volta Davide è la vecchia sala prove della band, dove tutte le bozze dei brani sono state concepite.

La scena finale invece è girata nello studio in cui “Nothin’ But U” e il prossimo disco sono stati registrati e mixati. Raffaele e la sua crew, hanno capito subito cosa volevamo, hanno ascoltato le nostre idee, scritto una sceneggiatura e girato il video esattamente come lo volevamo. Riuscendo tra l’altro in imprese incredibili, come far apparire Leo che suona il basso in un lavandino in un’unica ripresa.

Com’è collaborare con la nuova etichetta torinese Bunya Records?

Da subito ci hanno fatto sentire accolti e grazie alla campagna di Eppela, che ci hanno aiutato ad organizzare, abbiamo avuto la possibilità di produrre questo singolo, il videoclip e il disco.

So che in autunno dovrebbe uscire il vostro primo disco. Qualche anticipazione?

Possiamo dire che ci lavoriamo da tantissimo e che siamo veramente carichi nel farlo uscire, soprattutto dopo il riscontro che sta avendo “Nothin’ But U”. Oltre a questo, come abbiamo detto sopra, il Future Soul musicalmente ci apre tantissime porte e in questo disco faremo sentire dove alcune di queste ci hanno portato.

 

Jessica Cintola

Jessica ha creato Armada Note per tre motivi fondamentali: ha un legame ancestrale con la musica, le piace scrivere e in quel periodo (a marzo 2017, quando ha creato il tutto) era un po’ annoiata. Dice che le sue idee migliori sono sempre nate in periodi di tedio.

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