ROCK: UN GENERE MORTO?

Croccanti!   23 Agosto 2019   Nessun commento ROCK: UN GENERE MORTO?

Il rock è morto? Questa è una di quelle domande che fa venire l’orticaria a molte neo band quando per i media la risposta è sì. Si arrabbiano perché ci credono ancora, perché suonano rock dimenandosi tra brani cover e inediti caratterizzati dal suono distorto delle loro chitarre elettriche.

Forse una risposta affermativa a tal quesito non fa star così male una gran parte di buoni ascoltatori, certi che il rock sia ormai morto e sepolto.

Da quando esiste questo dibattito?

La più lontana provocazione online che vedo nei primi risultati di ricerca Google, risale al 1990 ed è un articolo della Repubblica che sostiene che al rock manchi un sogno per essere ancora vivo.

A dire il vero, già una decina d’anni prima i mass media iniziano a parlare della morte del rock, intervistando diversi artisti per carpire il loro pensiero. Joe Jackson (uno dei principali esponenti della New Wave), in un’intervista rilasciata al quotidiano francese Actuel afferma che “Il rock come genere musicale è una noia mortale¸tutto ormai si riduce alla ripetizione di canoni già codificati, ad una serie di gesti, di soluzioni musicali, di trovate, che non solo non hanno più nulla di nuovo ma che non riescono ad avere più nemmeno un contatto con la realtà. E’ musica di retroguardia, è musica conservatrice, la vita vera scorre da tutt’ altra parte”.

Le origini del rock

Facciamo un passo indietro per riscoprire in breve le origini del rock e quindi capire perché molti dicono che sia defunto.

Tutto inizia con Elvis Presley negli anni Cinquanta, un ragazzotto spesso definito come ignorante, ma genio istintivo, spudorato e palesemente erotico.

Presley permette la nascita del rock’n’roll, unendo nei giovani quella divisione interna tra conformismo e diversità. Tale genere, che nasce un po’ dal country e dal rythm’n’blues, è la risposta certa ad un bisogno giovanile americano inespresso, che chiede di identificarsi in qualcosa di più grande e differente rispetto al modello parentale.

Da qui in poi, una produzione di giubbini di pelle alla Elvis inonda il mercato americano e i giovani cominciano a pettinarsi in maniera simile come segno di appartenenza e riconoscimento.

Il rock’n’roll degli anni anni Cinquanta è una musica ribelle ma senza troppa consapevolezza. Sono i “Sixties” a fare la differenza, anche grazie al fenomeno Bob Dylan in termini di testi e contenuti, pensieri che saranno poi messi ben in luce dai Beatles, i Rolling Stone, gli Who, i Jefferson Airplane e così via.

In questi anni dal punto di vista storico, accadono una serie di eventi storici di enorme portata (es: guerra missilistica di Cuba, la guerra in Vietnam) in grado di movimentare masse che protestano anche attraverso la musica e rispettivi festival (si pensi a Woodstock).

Alla fine del decennio il rock, per qualche motivo, muore. Forse comincia ad essere veramente troppo commercializzato, forse i giovani perdono un po’ le speranze rispetto a combattere contro una società sorda, o forse da quando l’LSD viene messo fuori legge, perdono la loro creatività e la loro libertà!

Perciò il rock è morto davvero oppure no?

Il rock dagli anni Settanta in poi in realtà si trasforma, evolve e assume nuove vesti.

Il rock inteso come negli anni ’50 e ’60, ovvero come si è pensato che dovesse essere per sempre, è certamente morto. Il genere si è a mio avviso (e secondo molti critici) semplicemente evoluto in altro. L’utilizzo della chitarra elettrica, uno degli elementi caratterizzanti del rock, esiste ancora insomma. Il termine “rock”sopravvive, indicando un atteggiamento spesso disinvolto e spregiudicato.

Certo, il grande sogno di cui parla l’articolo de La Repubblica manca e ne sono convinta anche io. Esistono tantissimi movimenti oggi (es: “veganesimo”, il c.d. “ritorno alla terra”, movimento per il clima, i movimenti per i diritti delle donne ecc) specie giovanili, ma si tratta ancora e purtroppo in alcuni casi, di piccole-medie tendenze. Piccoli o medi gruppi frammentati che si muovono insieme, ma senza influenzare ancora troppo e rapidamente la società occidentale. Il rock degli anni Cinquanta, Sessanta, movimenta nazioni intere.

Le persone sono individualiste, spesso prive di ideali, pensano più a sé stesse, ai viaggi e alla propria carriera. Non è un fattore per forza negativo, è una caratteristica di oggi. Le persone si sentono sempre più indipendenti.

E forse è questa una delle ragioni per cui negli anni si è sviluppata la nuova ondata Indie?

Jessica Cintola

Jessica ha creato Armada Note per tre motivi fondamentali: ha un legame ancestrale con la musica, le piace scrivere e in quel periodo (a marzo 2017, quando ha creato il tutto) era un po’ annoiata. Dice che le sue idee migliori sono sempre nate in periodi di tedio.

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