ACID BRAINS: IL ROCK, LA RABBIA E IL PIACERE DI INFASTIDIRE

Artisti   22 Settembre 2018   Nessun commento ACID BRAINS: IL ROCK, LA RABBIA E IL PIACERE DI INFASTIDIRE

Nome Artista: Acid Brains
Componenti: Stefano Giambastiani (voce e chitarra), Alfredo Bechelli (chitarra), Antonio Amatulli (basso), Luca Bambini (batteria).
Genere: Grunge, Stoner, Noise, Punk
Album: ultimo album “Thirty Three” (2016)
Etichetta: Red Cat Records /Audioglobe

DIALOGO ACIDO

Gli Acid Brains arrivano da Lucca e nascono nel 1997. Hanno alle spalle una carriera che ha oramai superato il ventennale pubblicando la bellezza di otto dischi – tre autoprodotti, cinque ufficiali – e un EP nel 2017. Li conosco trovandomi per caso a un loro live a Torino. Mi colpiscono immediatamente per quella toscanità grunge che non ti aspetti. Sono energia ruvida e diretta sia nel cantato incazzato che nelle sonorità alternative rock 90’s che adoro. Finito il concerto mi porto a casa i due ultimi album e la promessa di una chiacchierata.
Il gruppo nasce vent’anni fa ma l’unico componente originale è Stefano, fondatore, penna, voce, chitarra e promoter degli Acid. Un Highlander.

Il nome Acid Brains da dove è venuto fuori?
Fin quando si era ragazzi il nostro obiettivo era quello di fare un po’ gli alternativi sia con un look spinto (ho avuto capelli dal lilla al biondo al blu) sia con un’attitudine un po’ controcorrente. Mi è sempre piaciuto dar noia alle persone, a quella gente che ti guarda e ti giudica perché sei diverso dalla massa. Acid Brains è una provocazione per quella parte di società bigotta che giudica in base alle sole apparenze senza approfondire quello che è la realtà della persona.

Ho ascoltato i vostri due ultimi album (“Maybe” del 2012 e “Thirty Three” del 2016) e ho notato con piacere che siete riusciti a spaziare nelle varie sfaccettature della musica underground ottenendo note punk, rock, stoner e noise. Cos’hanno da dirci gli Acid Brains attraverso i tuoi pezzi?
Il tema è la vita. Amori finiti, amori iniziati, amori durante l’amore, rabbia, amicizia tante cose che mi hanno fatto davvero incazzare durante il mio quotidiano. La difficoltà di comunicazione che c’è oggi tra i giovani e le persone in generale mi lascia perplesso a volte. Sono una persona sensibile e vivere nella società fredda e distante in cui ci troviamo mi crea un malessere che riesco a sfogare solo con la mia musica e le mie canzoni.
Il messaggio che vorrei passasse è quello di essere se stessi, sempre, sia nel bene che nel male. Non avere paura di raccontarsi e di buttare fuori quello che si ha dentro.

Live siete un vero e proprio martello pneumatico! Ho visto che girate abbastanza sia in Italia che all’estero..
In vent’anni di attività siamo stati recensiti su diverse riviste e siti musicali, siamo stati in tv e siamo riusciti a calcare palchi importanti. La massima soddisfazione ce l’hai quando vedi che la gente recepisce la tua musica ed è presa bene. Ho avuto la fortuna di suonare davanti a tante persone e con un pubblico spesso ricettivo. Abbiamo avuto grandi soddisfazioni a New York, in Inghilterra, Francia, Belgio, Svizzera e Olanda. All’estero c’è un’altra cultura musicale ed è bellissimo vedere che, anche se non ti conosce nessuno, tutto il locale balla con le tue canzoni. E’ bello vederli esaltati e scatenati anche se sai che nei pezzi in italiano non capiscono il testo ma sono ugualmente trasportati dal sound. Penso che tutto questo per un musicista sia la cosa più bella, anche perché alla fine del live ti comprano spesso pure il disco!! La differenza tra l’Italia e l’estero è che là fuori la gente viene per ascoltarti, non per averti come sottofondo.

Grunge Toscano. Nella tua musica quanta Toscana c’è?
Tanta, anche perché sono toscanissimo e penso si senta (ride). A livello di cuore anche se andassi nello spazio direi che sono toscano. Sono orgoliosissimo anche se per la musica che facciamo non è una regione facile. In ogni caso questo è un anno molto importante per noi, abbiamo suonato con grandi artisti e ci sono altre cose in ballo che per scaramanzia non dico.
Non mi dire che sei davvero scaramantico?
Il giusto dai.

di Laura C. (Lubi)

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